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Tre mail di Alidad

 

    Alidad Shiri, che abbiamo già incontrato nel marzo 2012, quando venne a Livorno presso il Centro Donna per presentare il suo libro "Via dalla pazza guerra",  e che probabilmente tornerà a farci visita anche quest'anno, ci ha inviato due lettere che volentieri pubblichiamo.

    Nella prima lettera, che conclude rivolgendo a tutti noi i suoi auguri per il nuovo anno, presenta il tragico bilancio del 2012 nel suo Paese, dando notizia di eventi drammatici di cui i nostri mezzi di informazione ormai non parlano più: attentati, violenza, terrore, disperazione che hanno come origine un cieco fondamentalismo religioso e come funesta conseguenza  la fuga (e spesso la morte in mare) di migliaia di profughi, nel generale disinteresse del mondo occidentale.

    Nella seconda delinea la figura di Sima Samar a cui è stato assegnato quest'anno uno dei cosiddetti premi Nobel alternativi (i "Right Livelihood Award"), riservati a coloro che si sono distinti nel campo della pace, dei diritti umani, della salute, dell'educazione o dell'economia, a favore di una società migliore soprattutto nel Sud del mondo. 
    Si tratta di una donna afghana di 56 anni particolarmente cara ad Alidad, non solo perché la sua vita ha avuto con lei alcuni punti di contatto (è nato nella stessa sua provincia, ha sofferto lutti e privazioni simili a causa della guerra ed ha potuto studiare in una delle scuole fondate da lei), ma perché, pur tra mille difficoltà legate alla sua condizione di donna (oltretutto di etnia Hazara) in una società intollerante e integralista, Sima Samar è riuscita a diventare medico e a dare vita ad una ONG che ha realizzato ospedali, scuole, attività economiche e assistenziali a favore dei più poveri e indifesi; ha anche ricoperto importanti incarichi istituzionali nel governo Karzai e attualmente presiede la Commissione dei diritti umani dell'Afghanistan.

Nella terza lettera, scritta immediatamente dopo essere tornato dalla visita a Livorno il 15 Febbraio, riprende un tema che purtroppo è molto presente nei suoi discorsi: quello della disumanità del fanatismo. Solo poche strage di Hazara sciiti nella città pachistana di Quettaore prima aveva spiegato ad un'attenta platea di studenti medi le sofferenze causate dall' intolleranza e l'assurdità di una guerra come quella che dilania il suo Paese; nel viaggio di ritorno è stato raggiunto dalla notizia di un altro gravissimo attentato verificatosi a Quetta, la città pachistana dove si era rifugiato all'inizio della sua vita di profugo bambino e dove tuttora vive quel che resta della sua famiglia. Un'autobomba, fatta esplodere in un mercato da fondamentalisti sunniti, ha provocato una strage tra la perseguitata minoranza Hazara di fede sciita a cui appartiene anche Alidad. Si parla di decine di morti, forse un centinaio, e di innumerevoli feriti, tra cui anche la sorella di Alidad, il quale si chiede cosa faccia la comunità internazionale per fermare questo massacro.

Chi volesse scaricare e leggere le tre lettere, clicchi sulle seguenti parole calde: 

Bilancio 2012 in Afghanistan

 

Nobel alternativo a Sima Samar.
 
Strage di Hazara a Quetta.

 

 

 

Aggiornato il: 24 febbraio 2013